Il Gruppo del PD all’Ars si è riunito stamattina ha deciso il ritiro dalla maggioranza che appoggia il governo Lombardo. Ad annunciarlo è il presidente del gruppo assembleare on. Antonello Cracolici.
“Lunedì scorso quando ho saputo i nomi dei politici che hanno sostituito gli assessori dimissionari, ho subito annunciato che i rapporti con il governatore erano mutati. Abbiamo chiesto, come gruppo, al segretario regionale che ha partecipato ai lavori, di assumere nella direzione regionale che sarà convocata nei prossimi giorni, la decisione che ormai è evidente: non sosteniamo più il governo regionale. In questi ultimi mesi di legislatura vaglieremo i singoli provvedimenti che speriamo arrivino. Ci attendiamo da Lombardo documenti importanti, sul precariato, ad esempio”.
“Presentare la mozione di sfiducia – continua Cracolici – equivale a lanciare una campagna elettorale estiva che non vogliamo fare. Non ha alcun senso, in presenza di una data elettorale già indicata dal governatore che ha annunciato le sue dimissioni per il 28 luglio. Noi siamo proiettati verso le elezioni regionali che si terranno a ottobre, come ha annunciato il presidente Lombardo, che ha annunciato le sue dimissioni. Certo non vorremmo che in questa fase, il governatore usi il governo e il suo potere contrattuale in chiave elettorale. Chiediamo a Lombardo sobrietà”.
Un accenno anche alla vicenda giudiziaria che coinvolge Lombardo. “La vicenda della imputazione coatta ha cambiato la nostra posizione, il problema – dice Cracolici sollecitato dalla stampa presente– è che la vicenda giudiziaria sta pesando nei rapporti con Lombardo. Il rischio è che ancora una volta la vicenda politica siciliana, invece di essere affrontata dai siciliani, venisse annacquata dalle coincidenti ragioni nazionali se vi fosse un unico appuntamento elettorale. Ci troveremmo a discutere cosa serve al Paese e non alla Sicilia”.
Sulle future alleanze politico-elettorali Cracolici traccia la strada: “L’UDC è un interlocutore essenziale, diciamo che ci stiamo guardando da lontano prima di conoscerci. Gli interlocutori non ce li scegliamo noi – sottolinea – noi abbiamo intenzione di lavorare ad una coalizione con le forze del centrosinistra e quelle moderate e autonomiste. Proprio con le forze autonomiste (Il MpA) abbiamo contribuito e me ne prendo modestamente il vanto, a scardinare il potere del centrodestra proponendo un progetto riformista che vale ancora adesso. Nella prima fase del governo Lombardo si è vissuta una fase propositiva con riforme serie e vere. Il profilo alto di innovazione di quella fase governativa si è appannata negli ultimi mesi facendoci perdere il rapporto fecondo con l’opinione pubblica che però ha visto con simpatia questa esperienza”.
Quando viene incalzato a proposito delle dimissioni degli assessori tecnici d’area del PD, Cracolici risponde: “Quando sono stati nominati gli assessori, sono stato molto contento per l’amicizia e per la stima che mi lega ad alcuni di loro. Ma il Pd non ha chiesto a Lombardo di indicare quelle persone. Per lo stesso motivo, pur essendo assessori di area, come si dice, il Pd non chiederà a nessuno di dimettersi. Sta a loro decidere il da farsi. Ci hanno messo la faccia e continueranno a mettercela. Non faccio il tifo né perché restino al governo né perché si dimettano”.
Appare chiaro che il Capogruppo del PD lascia la porta aperta. Non può certo negare che l’alleanza con Lombardo sia stata voluta da lui e dalla sua “corrente” assieme a Lumia, Speziale e Innovazione di Cardinale & C. Tra le riga si capisce ciò che pensa, la strategia per vincere le elezioni prossime non può prescindere da un’alleanza col MpA oltre che con l’UDC. Il resto rimane pura velleità.
E mentre il PD si riunisce e s’interroga sulla prospettiva, nel centrodestra vi sono esercizi da avanspettacolo. Si va verso una listone civico per le regionali di ottobre? Da qui comincia la FARSA.
“Se dovessero esserci le condizioni, perché no”, afferma in conferenza stampa il capogruppo all’Ars, Innocenzo Leontini, che assieme al capogruppo del Pid (il partito di Saverio Romano), Rudy Maira, (giovane virgulto della politica siciliana, sicuramente rappresentane del nuovo che avanza) hanno presentato l’iniziativa per la realizzazione di un “nuovo soggetto politico” dove “i partiti e i movimenti moderati escano dalle loro sigle ossidate (ma se loro sono ossidati più delle sigle) per attivare un dialogo che porti ad un progetto comune”.
Un vernissage grossolano questo, anche se la sostanza non cambia. Non cambiano nemmeno i soliti noti che ci sono da vent’anni. Facendo finta di guardare avanti per tornare come prima.
“Auspichiamo che per le prossime elezioni regionali si crei un movimento (a Napoli avrebbero detto ‘a mossa) – aggiunge Leontini – una marcia comune, una progettazione che deve ripartire dal dialogo tra le forze politiche moderate tra le quali oggi il dialogo è difficile, sia perché i rapporti a livello nazionale sono difficili, sia perché si sono resi difficili nel corso della legislatura”. Possibilmente facendo il pifferaio magico, usando però il piano, potrebbe riuscirci?
Insomma, partono le grandi manovre in vista della corsa a governatore della Sicilia. Un’apertura “senza preclusioni”, per Leontini, all’Udc affinché torni ad intraprendere un dialogo con i moderati, a Grande Sud, a laici, riformisti e pezzi dell’Mpa (leggasi Musotto, Lo Monte e Leanza)”. Si rivolge a tutti insomma, si salvi chi può.
E spiega – “L’Mpa, come sigla, è quella ribaltonista, ma nell’Mpa post-ribaltone, (interessante la tesi dei due MpA) composto da chi vuole decidere di tornare al blocco moderato, ci sarà chi deciderà di essere nostro interlocutore”. Escludendo Moratti, l’assoluto protagonista del calcio-mercato è proprio Leontini.
Dopo Archimede da Siracusa, adesso: Innocenzo Leontini. Uno scienziato. Ma guarda che esercizio di equilibrismo questo, esclude, include, estromette, richiama, unisce, scarta, integra, mischia, associa. Fa di tutto pur di sopravvivere sapendo bene che il PdL è morto. Chi l‘ispiratore? Firrarello, anch’esso si candiderà alla Regione per rappresentare l’assoluta novità politica. Quella nuova, genuina, trasparente etc, etc, etc.
Adomex
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