La dolce arte è una traduzione accattivante, poetica, … dolce per l’appunto, ma certamente non letteralmente corretta di Ju Jitsu, … ju, o jiu, flessibile, cedevole, morbido, … jitsu, o jutsu, arte, tecnica.
L’arte della cedevolezza, quindi, … il morbido vince il duro, hey yo shin kore do.
Il principio è proprio quello di cedere, di applicare una determinata tecnica solo all’ultimo istante … e sopraffare l’aggressore con la sua stessa forza …
In realtà, dell’origine storica del Ju Jitsu non si sa molto, solo al sedicesimo secolo risalgono le prime notizie certe, con la codifica dei metodi di combattimento della scuola Takenouchi. Ma la sua origine è certamente più antica.
E la leggenda si mescola alla storia!
Nel 1532, a casa di Takenouchi arrivò un mago che gli insegnò i cinque principi di base per riuscire a controllare un uomo. Poi, sarebbe andato via senza lasciare traccia di sé!
A qualcuno dovessero giovare …
1. non offrire opposizione
2. non cercare la vittoria a tutti i costi
3. mantenere la mente libera
4. non preoccuparsi per le cose venali
5. imparare a respirare correttamente
Gino Bianchi, il marinaio genovese che introdusse e, per primo, divulgò la dolce arte in Italia, ne narra un’altra!
Nel momento in cui ai samurai si vietò l’uso delle armi, … si appurò, come spesso accade, che il rimedio era stato peggiore del male che intendeva combattere …! Si tornò alla legge della forza fisica, … il più forte domina, il più debole soccombe. Un po’ una metafora della legge dell’evoluzione naturale di Darwin, … applicata alla bestialità umana!
E tra i forti, Tajamano Kokajo, feroce capitano della guardia imperiale.
Una dodicenne, cui aveva tentato di usare violenza e che aveva tenuto imprigionata, preferì uccidersi, non prima però di essere riuscita a dare notizie di sé all’esile e timido fratello Nomino Sukune, samurai.
Giurata vendetta, piccoletto e debole com’era, si arrovellò la mente cercando di trovare una Via che potesse contrastare la forza bruta.
Un giorno, dopo un’abbondante nevicata, mentre alcune robuste, forti ed all’apparenza invincibili querce venivano stroncate dal peso della neve, egli osservò come un’esile pianta, … quasi piangente, si limitasse a flettersi, facendo scivolare la neve al suolo, per poi raddrizzarsi sul suo fusto! Nella mente di Nomino Sukune, … era già nato il Ju Jitsu!
A proposito, giusto per la cronaca, comportandosi come il salice, … semplicemente sbilanciando l’avversario e agendo su alcune parti del corpo …, Nomino Sukune tenne fede al proprio giuramento!
La leggenda del salice, quella tramandata dalla tradizione, ha la stessa, identica matrice!
Essa narra di un medico giapponese, Shirobei Akiyama, profondo conoscitore delle tecniche di combattimento del suo tempo, comprese alcune che aveva appreso durante i suoi viaggi di studio in Cina.
Frustrato per l’incapacità di trovare una Via che lo soddisfacesse appieno, decise tuttavia di ritirarsi per cento giorni in meditazione al tempio di Daifazu.
Un giorno, durante un’abbondante nevicata, … probabilmente la stessa dell’altra leggenda …, osservò come il peso della neve avesse spezzato i rami degli alberi più robusti. Un gracile ed insignificante salice, invece, era rimasto intatto grazie alla flessibilità dei suoi rami, che lasciavano cadere la neve a terra, per poi riprendere la loro … postura!
Dalla scoperta del principio e dei vantaggi della flessibilità, della cedevolezza, nacque il Ju Jitsu!
Questo, … anche questo, è l’Oriente, il suo diverso approccio alle persone ed alle circostanze della vita …
Solo in Oriente?
Caliti juncu ca pass’ ‘a china, piegati giunco che passa la piena, è forse uno dei più noti e, secondo me, significativi detti popolari siciliani. Chi a suo tempo lo coniò, probabilmente non sapeva nulla delle varie leggende intorno alla nascita del Ju Jitsu. Sono certo che non avesse mai sentito parlare di Nomino Sukune o di Shirobei Akiyama. O della leggenda del salice.
Ma ne seppe cogliere il senso ed il valore, il privilegio della flessibilità!
Nel mondo, nulla e più leggero e delicato dell’acqua / ma per corrodere ciò che è duro e forte, / nulla è più potente dell’acqua. / Il debole vince il forte / e il tenero vince il duro: / sono cose che tutti conoscono, / ma che nessuno vuole mettere in pratica
Queste parole vengono dal Tao Te Ching di Lao Tzu.
Tra l’altro, sono state fatte proprie dalla scuola del Mizu Ryu di hanshi Costa, catanese doc, un’autorità nel campo delle arti marziali.
Ritengo, anche in questo caso, senza che il suo autore avesse sentito mai nominare il nome Lao Tzu, un antico detto siciliano afferma che … a stizzania percia a timpa, la goccia cava la roccia!
O, ancora, … dissi ‘u surci a’ nuci: dunimi tiempu ca ti pierciu, disse il topo alla noce: dammi tempo che ti buco!
Lo stesso Lao Tzu sosteneva … non cercare di splendere come la giada, ma sii semplice come la pietra!
Con parole diverse, ma sempre cercando di … scendere in basso, un detto siciliano afferma che è … megghiu picca gòdiri, ca assai trivulàri, meglio poco gioire, che lamentarsi assai!
E sempre nello spirito dello … stare un passo indietro, pare che Lao Tzu fosse anche convinto che … I veri capi a malapena sono riconosciuti dai loro seguaci. Dopo di loro vengono i capi che il popolo conosce e ammira; dopo di loro, quelli che il popolo teme; dopo di loro, quelli che il popolo disprezza!
E qui casca l’asino …
Sì, perché insigni ed illuminati politici e politicanti siciliani pare siano andati via via convincendosi di come la cosa davvero importante sia tutt’altra, …
… cumannari è megghiu ri futtiri …!!!
Sikeloi
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