I manuali di economia politica economica sono pieni di citazioni famose su come politica ed economia devono saper viaggiare sullo stesso binario. La politica dovrebbe essere il traino all’economia aprendo a questa le strade da percorrere con le proprie gambe.
Questo sistema integrato di politica ed economia, è messo in pratica nella gran parte del mondo ma in Sicilia non funziona e non è difficile comprendere i motivi di questo non virtuoso sistema che è la base per lo sviluppo economico e sociale dell’Isola.
Nel trapanese, terra in piena crisi economia, ma soprattutto politica, nel 2009 fu presentato alla Provincia Regionale un progetto sul paese Pakistan che si basava essenzialmente sul trasferimento di know how agricolo, specie nell’implementazione ed ammodernamento del sistema di produzione di olive per la produzione di olio, che avrebbe potuto portare notevoli vantaggi all’asfittica economia trapanese perché per almeno cinque anni dall’impianto degli uliveti, era possibile iniziare una commercializzazione dell’olio d’oliva in Pakistan, dove notoriamente, ma questo i politici siciliani non lo sanno, sono presenti grandi marchi quali, ad esempio, la Sasso …
Progetto definito, la missione era stata preparata nei minimi particolari e dal Pakistan l’Ambasciatore italiano, Vincenzo Prati, aveva anche organizzato un incontro a Islamabad con i maggiori investitori Pakistan del settore e coordinato con il Ministero dell’Agricoltura del Pakistan tutte quelle azioni diplomatiche per la riuscita del progetto.
Ma incredibilmente, a pochi giorni della partenza per il Pakistan, vengono frapposti dal dirigente del settore 6 – Sviluppo economico, turismo, politiche agricole e cultura, problematiche di carattere economico che sono sembrate un pretesto per non procedere ad una missione, cui la stessa dirigente malgrado una apparente disponibilità, è sembrato non avesse forse mai veramente creduto, e ciò, malgrado l’entusiasmo degli operatori che hanno partecipato alle riunioni presso gli uffici del Presidente Turano e con il Presidente stesso.
La cosa incredibile è stata l’assicurazione telefonica data dal Presidente Turano all’ambasciatore Prati, avvertito della possibilità che tutto a cinque giorni degli incontri saltasse tutto, circa la presenza della delegazione trapanese a Islamabad … Delegazione che non è mai arrivata in Pakistan con le conseguenze diplomatiche che si possono immaginare.
Ma anche nel settore della pesca, malgrado la profonda crisi in cui versa la marineria trapanese, la politica, questa volta regionale e comunale, non hanno dimostrato dimostrazione di saper gestire opportunamente la crisi e afferrare le occasioni che gli si offrivano dal paese Pakistan.
L’Ambasciatore italiano a Islamabad ha fatto pervenire al Presidente degli armatori marsalesi, Traimati, una lettera, inviata anche al Sindaco Renzo Carini, con la quale gli prospettava la possibilità di un buon lavoro in Pakistan per l’ammodernamento della marineria pakistana per la realizzazione del sistema della tracciabilità del pescato e quindi del sistema di commercializzazione del pesce.
C’era anche, a quel tempo, la possibilità di accordi affinché con il governo pakistano, di poter creare equipaggi misti e quindi poter commercializzare in proprio il pescato …
Carini, dopo un iniziale atteggiamento di interesse, concluse che il Comune non aveva soldi per poter investire nel progetto … e si trattava soltanto di cinque mila euro !!!
Il progetto fu presentato quindi presentato all’assessore regionale all’agricoltura e pesca, Titti Bufardeci a cui l’Ambasciatore italiano a Islamabad, Vincenzo Prati, inviò una esaustiva lettera spiegando quali ritorni economici il progetto poteva avere per la marineria marsalese e mazarese in particolare.
Dopo colloqui l’ex assessore Burfardeci e con l’allora Capo Del Dipartimento della Pesca, Gianmaria Sparma, il quale da subito è sembrato molto interessato al progetto anche in considerazione dei ritorni economici per il territorio, e dopo aver modificato, proprio su suggerimento di Sparma il progetto con l’inserimento del CNR di Mazara del Vallo, si era arrivati al “quid” della situazione.
Sparma aveva dato il suo ok e trasmesso a Bufardeci per l’autorizzazione politica (?) della missione.
Passati alcuni giorni senza alcun notizia, Sparma faceva sapere che non aveva ancora ricevuto di ritorno e con la sigla del benestare politico da parte assessore, la copia del progetto/missione comprensiva dei costi, peraltro alquanto irrisori per la Regione.
Dopo tanti rimandi a questo o a quello, come spesso succede, ecco che l’assessore incredibilmente, a pochi giorni dalla missione, bloccava tutto.
Incredibili le parole di Bufardeci … ; “La Sicilia non ha interesse verso il Pakistan e i pescatori siciliani già non vanno in Libia …” .
La decisione da parte dell’assessore di investire o meno sul Pakistan, di approvare o meno un progetto, è assolutamente legittima ed insindacabile, è da rilevare però, che nello specifico caso, se non c’era l’intenzione di “investire” sul Pakistan, sarebbe stato più opportuno da parte dell’assessorato, dire no sin dall’inizio, e non dopo un mese di lavoro sul progetto la cui stesura ha richiesto un lungo lavoro e contatti con il CNR, il Distretto della Pesca di Mazara del Vallo, l’associazione armatori di Marsala, l’Istituto Agronomico d’Oltremare, l’Ambasciata d’Italia a Islamabad. Un lungo e paziente lavoro e spese per viaggi a Palermo e Mazara del Vallo, e spese per telefonate intercontinentali, per sentirsi dire alla fine, che non se ne fa più nulla.
Legittima anche la decisione della Provincia di non investire sul Pakistan, ma discutibile la tempistica con cui è stata comunicata agli organizzatori, anche se è apparsa incredibile considerata la possibilità, come ha fatto rilevato il dr. Salvatore Mazzola del CNR, dell’utilizzo dei fondi SWAP, ovvero della cessione del credito (l’Italia come noto ha ceduto oltre 120 milioni di euro al Pakistan che devono essere investiti in tecnologia e know how italiani) , e dei fondi internazionali disponibili per questa tipologia di interventi.
Regione e Provincia avrebbero dovuto dirlo subito quando è stato presentato il progetto e non far perdere tempo in riunioni, incontri, lavoro e denaro, a chi lavora mettendoci esclusivamente proprio tempo e denaro.
Ma questa è la politica siciliana.
Di contro, l’intelligenza e la lungimiranza di alcuni imprenditori locali che senza questa politica, è in grado non solo di investire tempo e denaro, ma anche di saper valutare con attenzione i mercati internazionali che si aprono anche in paesi lontani e difficili come il Pakistan.
E’ il caso della realtà industriale AUSONIA Srl, che con la consulenza e l’assistenza del giornalista Michele Santoro, direttore tra l’altro del quotidiano Osservatorio Sicilia, che ha una profonda conoscenza del Pakistan e mantiene contatti con realtà economiche e politiche del paese, a cui erano giunte alcune notizie che operatori pakistani erano alla ricerca immediata di tecnologia per la produzione di energia elettrica per l’alimentazione dei ponti radio delle maggiori compagnie telefoniche e di generatori per uso civile (considerato il problema il grave problema di low shading elettrico giornaliero), è volata in Pakistan per incontrare industriali e rappresentanti del governo, per presentare il proprio prodotto.
Informati delle richieste pakistane, Massimo Ombra ha risposto semplicemente … “parliamone”.
E se ne è parlato ben quattro mesi durante i quali si sono fatti studi di settore ed analisi del mercato, sulla situazione politico economica del paese Pakistan, sulle potenzialità di penetrazione della tecnologia Ausonia in una paese poco conosciuto, attraverso anche varie video conferenze.
Infine, avendo chiaro il quadro delle situazione, precisati gli obiettivi e individuati i soggetti pakistani, è stata preparata la missione che si è sviluppata in sei giorni a Islamabad e Rawalpindi, con decine di incontri ad alto livello, di cui ben tre con il Segretario di Stato per l’Informazione e la Tecnologia, Farooq Awan, il gruppo Ausonia della famiglia Ombra, ha vinto la sua scommessa.
E’ stato infatti sottoscritto protocollo di intesa con il gruppo AMSON per la fornitura di genset per i ponti radio e generatori per uso civile ed industriale che prevede anche il servizio manutenzione e ricambi che sarà realizzato dalla controparte con una propria struttura locale e proprio personale appositamente formato da Ausonia.
Questi i fatti concreti ma si è discusso anche sul futuro e le prospettive appaiono molto interessanti.
Ausonia, al pari di altre realtà industriali e commerciali italiane che già operano da tempo e che in Pakistan alcune hanno realizzato strutture di produzione per il mercato locale ed estero con interesse all’Afghanistan, Emirati Arabi e nazioni dell’ex Unione Sovietica, e la stessa Cina con cui il Pakistan ha eccellenti rapporti anche in campo industriale e commerciale, ha quindi messa la sua bandiera e quella siciliana.
Lungimiranza, senso della realtà, sapiente valutazione delle situazioni, sono gli ingredienti necessari per saper gestire l’economia anche e soprattutto in tempi di grave crisi economica come quelli in cui viviamo.
Ingredienti che sembrano mancare alla nostra classe politica regionale, provinciale e locale che sempre più spesso dimostra di non saper dare risposte adeguate al territorio.
(*) da sinistra:
Noman Shamim Khan – Amson Director
Federico Bianchi – Addetto Commerciale Ambasciata italiana Islamabad
Gianni Lo Nardo – Area Manager Ausonia
Michele Santoro
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