Si sa, nei momenti di crisi sembrano emergere dalla fitta nebbia che per tutta la durata della legislatura avvolge i peones, ovvero, quei deputati e senatori definiti da Berlusconi, in eccedenza secondo la “sua” visione politica di un parlamento ridotto a trenta signorsì, figure sconosciute, politicamente ininfluenti perché obbediscono alla logica della linea del partito e quindi votano secondo “ordini” di squadra che proprio in questi momenti si convincono, a torto, di acquistare importanza e peso politico.
Giocano una partita più grande di loro senza conoscere il terreno su cui si muovono e pensano di poter capitalizzare in pochi giorni, la loro elezione al parlamento, con la (p) rigorosamente minuscola.
Il travaglio interiore, la responsabilità istituzionali sono le scuse addotte da questi “eroi” per caso che con il pendolo del si e del no, aquistano un momento di notorietà.
Poi, passata la buriana, è certo, saranno abbandonati, sia dai leader politici sia dalla stampa.
Ma in questi momenti, cioè nei momenti in cui certi oscuri politici acquistano il loro momento di notorietà e sono costretti a parlare al grande pubblico, ecco emergere la loro pochezza politica e culturale, e, imperdonabile per chi ha la presunzione di essere un rappresentante dello stato, la loro ignoranza sulla storia d’Italia.
Antonio Razzi ha consegnato alla storia la sua “alta” conoscenza degli uomini che con le loro gesta sono divenuti immortali, e le cui gesta si studiano alle scuole elementari.
Paragonandosi a Pietro Micca, che nel 1706 si fece saltare in aria l’interno del camminamento della Cittadella a Torino per impedire ai francesi che avevano sfondato di penetrare nel perimetro, ha dichiarato con sussiego :” …. non sono Pietro Micca. Non sono quello che lancia la stampella contro il nemico e decide di soccombere”
Come a dire, io tengo famiglia, mica posso soccombere. Punti di vista. Peccato che Rizza abbia messo insieme due fatti diversi lontano tra di loro oltre 200 anni …!
Infatti, la gruccia contro il nemico l’ha lanciato Enrico Toti, combattente nella Grande Guerra, il 6 agosto del 1916 nella battaglia di Monfalcone.
Signor Rizza, si goda questo momento di notorietà, ma poi, faccia una favore a se stesso … vada a studiare!
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