Il discorso di Giorgio Napolitano a Marsala, non è piaciuto a molti siciliani e meridionali . Riceviamo e pubblichiamo per intero, comprese le note bibliografiche di riferimento, la lettera di contestazione inviata al Quirinale dal signor Carlo Mangano.
Preg.mo Sig. Presidente,
Ho ascoltato bene il suo discorso tenuto a Marsala in occasione del 150° dell’Unità d’Italia sul cui contenuto desideravo esprimerle il mio disappunto (sono certo condiviso da milioni di gente del Sud) per quanto di seguito da Lei esternato che da un lato conferma quanto Hegel pensava della Storia come “una versione dei fatti di chi detiene il potere” e dall’altro, per un motivo ancora sconosciuto, come si perseveri nel non fornire una verità storica fatta di BARBARIE, STRAGI, RUBERIE, E PULIZIE ETNICHE occultando i fatti realmente accaduti ed i pessimi protagonisti.
Mi riferisco in particolare alle seguenti Sue affermazioni:
***** IL RIPESCARE LE VECCHISSIME TESI, PERCHE’ VECCHISSIME SONO, COME QUALCHE VOLTA SI SENTE FARE DI UN MEZZOGIORNO CHE SAREBBE STATO RICCO ECONOMICAMENTE AVANZATO A META’ OTTOCENTO E CHE CON L’UNITA SAREBBE STATO BLOCCATO E SPINTO INDIETRO SULLA VIA DEL PROGRESSO NON E’ DEGNO DI UN APPROCCIO SERIO ALLA RIFLESSIONE STORICA SE PUR NECESSARIA. E NON VALE NEMMENO LA PENA DI COMMENTARE TENDENZE CHE PER LA VERITA’ NON SI HA IL CORAGGIO DI FORMULARE APERTAMENTE A UN NOSTALGICO IDOLEGGIAMENTO DEL REGNO BORBONICO SI PUO’ CONSIDERARE SOLO PENOSO CHE DA QUALUNQUE PARTE NEL SUD O NEL NORD SI BALBETTINO GIUDIZI LIQUIDATORI SUL CONSEGUIMENTO DELL’UNITA’ NEGANDO IL SALTO DI QUALITA’ CHE L’ITALIA TUTTA UNENDOSI FECE VERSO L’INGRESSO A VELE SPIEGATE NELL’EUROPA MODERNA.
Qualora potesse esserLe utile, a parte ( non mi è possibile per problemi di spazio sul sito di inserirla nel contesto) le inoltro una efficace bibliografia sul Rinascimento redatta da storici da cui ho tratto il convincimento (ma pare non sia il solo…. c’è qualche altro milione di gente del Sud) che quanto appena celebrato per il 150° per l’Italia non sia una ricorrenza festosa così come è stata rappresentata bensì l’anniversario delle più funeste pagine storiche che il Sud abbia mai vissuto; dovrebbe essere piuttosto un appuntamento perché il tempo non faccia dimenticare quella che è stata di fatto una PIANIFICAZIONE DELL’ECCIDIO, DELLO STERMINIO MORALE E FISICO DEL SUD DELLA PENISOLA ITALIANA; dovrebbe essere una giornata della memoria e di grande riflessione per efferatezze storiche ( non Vi sono solamente nazismo o foibe Sig. Presidente!!…..) che, salvo ad aver orrore della propria storia o non so per quale sconosciuta ragione, comunque incomprensibile, continuano ad essere nella realtà cinicamente negate.
Per quanto ovvio la bibliografia a parte noltrata, a parere di qualcuno, può essere considerata redatta da imbecilli, cialtroni e venditori di bufale, così come recentemente in una trasmissione della TV pubblica dai prof. Lucio Villari e Galli della Loggia, furono, di fatto, definite le tesi che non concordavano con le balle ancora raccontate nelle classi scolastiche che, nonostante quanto emerso e che continua ad emergere, continuano a parlare dell’eccellenza storica del Risorgimento. A tal proposito, fra questi possibili imbecilli, cialtroni, elucubranti storici, vorrei semplicemente riportarLe alcune affermazioni, poche delle tante, di uno dei più grandi e puntuali osservatori del Risorgimento (…….ironia della sorte, certo Gramsci Antonio nato ad Ales in provincia di Cagliari il 22 gennaio 1891) che, pur non essendo io mai stato ideologicamente a lui vicino, ritengo onestamente potersi considerare un “super partes”.
1) Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti (L’Ordine Nuovo, 1920);
2) Il popolo del meridione fu “crocifisso” dal nuovo Stato italiano;
3) I movimenti di insurrezione dei contadini contro i baroni furono spietatamente schiacciati e fu creata la Guardia Nazionale anticontadina; è tipica la spedizione repressiva di Nino Bixio, il braccio destro del Generale, nella regione del catanese dove le insurrezioni furono più violente (Il Risorgimento”, Torino 1966);
4) L’unità nazionale poteva avere un corso diverso da quello che ha avuto l’unificazione d’Italia in una monarchia accentratrice non ebbe altra giustificazione che la forza delle armi e gli intrighi diplomatici dei Savoia. Della serietà dei famosi Plebisciti non è nemmeno il caso di parlarne: roba simile all’acclamazione dei fiumani a D’annunzio.
5) Porta Pia fu semplicemente l´ultimo episodio della costruzione violenta ed artificiale del Regno d´Italia.
***** MENTRE CHI SI PROVA AD IMMAGINARE O PROSPETTARE UNA NUOVA FRAMMENTAZIONE DELLO STATO NAZIONELE ATTRAVERSO SECCESSIONI O SEPARAZIONI COMUNQUE CONCEPITE COLTIVA UN AUTENTICO SALTO NEL BUIO.
Sig. Presidente…..salto nel buio ? Non penso avrà necessità di tradurre un detto della mia lingua siciliana molto simile per alcuni versi al napoletano ma sa……..
MA PICCHI’ QUANNE’ CA HA FATTU CHIU’ SCURU RI MIENZANUOTTI ????!!!!
Il Sud da tempo, da troppo, percepisce di essere costantemente nel buio della mezzanotte e l’esatta datazione dell’inizio del fenomeno è l’anno 1860 !!!. Tanti politici pensano di no….continuano a vederlo, così come sempre stato e ritenuto, un territorio destinato a vacche da latte per il Nord ! (compresi fiumi di denaro che, sulla carta destinati al Sud, artificiosamente vanno al Nord ).
***** NEL BUIO INTENDO DIRE DI UN MONDO GLOBALIZZATO CHE RICHIEDE COESIONE DEGLI STATI NAZIONALI EUROPEI ENTRO UNA UNIONE PIU’ FORTEMENTE INTEGRATA E NON MACROREGIONI ALLO SBANDO.
Salvo errore anche a Genova se non sbaglio, ha esaltato l’unità d’Italia in un contesto di glorificazione di un Europa Unita (alla cui adesione, vorrei ricordare, ne nell’immediato ne nelle fasi successive, mai è stato chiesto un parere al popolo Italiano, neanche per l’adesione alla Costituzione Europea). Un Europa, che nessuno europeo voleva e vuole, ove non esiste e non esisterà mai alcuna coesione degli stati. Basta pensare alle tensioni finanziarie di questi giorni e le voci di ritorno della Germania al marco…….neanche l’euro ha fornito un’idea di unità di questa Europa…. e le reazioni alla notizia accompagnate da un assordante silenzio da parte delle altre nazioni europee. Ci si sta accorgendo sempre più, purtroppo concretamente che un’unione monetaria senza unione economica, una moneta senza stato, un United States senza una unione politica, perché non la si vuole e non viene concessa dai popoli, non poteva che incorrere prima o poi in crisi come quella che sta avvenendo ed ove un piccolissimo paese come la Grecia di 11 milioni di persone sta terrorizzando il mondo finanziario internazionale (o forse sarebbe meglio parlare di esplosioni, già nel breve termine, delle metastasi del cancro Europa).
Non penso di sbagliare quando affermo che la ragione del totale fallimento dell’unione europea sta nel non aver preventivamente riletto anche superficialmente, qualora dimenticate, parti della storia sia degli Stati Uniti d’America che dei realizzandi Stati Uniti d’Europa.
Se gli acuti ideatori e fondatori lo avessero fatto sarebbe stata compresa già nell’immediato la portata della stupidità progettuale che ha determinato nei fatti, qui si, un salto nel buio ancor più pesto dell’intero Sud, dal 1860, sotto il profilo sociale ed economico, abbondantemente massacrato e ciò in quanto:
– gli Stati Uniti d’America nascono fra genocidi e pulizie etniche (che diversamente da quanto accade in Italia, per onestà intellettuale sono storicamente conosciuti e riconosciuti dal popolo americano). Senza alcuna cultura e tradizioni, ciò che accomunò nell’immediato il popolo oggi Americano furono il dollaro e la lingua. Da li nacque un attaccamento a dir poco straordinario e lodevole a quella che divenne la loro terra. Provi ad immaginare di mettere a rischio il contesto finanziario o il territorio americano……sa bene che avrebbe contro un popolo di cui aver seriamente paura, che difenderà, senza neanche prendere in considerazione il rischio della perdita della propria vita, gli States dall’Oregon, dal Vermont alla California alla Florida.
– i secondi, i presunti Stati Uniti d’Europa, di contro, non solo sono totalmente estranei da quella tipologia di nascita e crescita di una nazione ma sono tenutari, oltre che di personali evoluzioni storiche, della MASSIMA ESPRESSIONE DI CULTURE E TRADIZIONI DEL NOSTRO PIANETA ! e sono proprio questi i motivi per cui, volendo o non volendo, non vi sarà mai una Europa unita perché la cultura, la storia, le tradizioni, sono e saranno sempre elementi disaggreganti e di specifica affermazione delle proprie identità di POPOLI. Piaccia o no, tale è la connotazione che nei millenni, diversamente dall’invenzione “Padania” degli anni 90, è stata riservata anche al Sud della penisola italica ed in particolare alla Sicilia !
Provi Lei da campano ad asserire che Napoli e Caserta hanno la stessa cultura, storia e tradizioni; sicuramente hanno tanto in comune ma non rispecchiano una IDENTICA connotazione storico/culturale…… Mi domando e Le domando cosa possa, ancor più, mai accomunare in termini di cultura, tradizioni e storia me e Lei (ciò vale per i milioni e milioni di cittadini appartenenti al popolo siciliano, campano, lucano, calabro, in generale del Sud) ad un abitante di Dusserdof o Lyon o Barcellona, Londra, Atene………. Ma mi chiedo, occorre necessariamente perseverare, nonostante l’evidente flop, a magnificare una Europa che unita non è e mai lo sarà, o tutto magari deve essere imposto in funzione di una malefica religione chiamata globalizzazione …di un business per pochi eletti finanzieri speculatori, e sperando che nel frattempo possano essere distrutte storia, tradizioni e cultura……..ed i popoli ?
No Sig. Presidente piuttosto “pane e cipudda…… si c’è” .
Preg.mo Sig. Presidente: un popolo a cui tolgono la lingua, la storia e la memoria è un popolo a cui si toglie la dignità e il senso di appartenenza e questo ne fa un popolo servo, un popolo che, non conoscendo le sue origini, è pronto ad allattare al petto di una madre che sarà sempre matrigna, ma che si sforzerà sempre di compiacere.
Sono parole di Ignazio Buttitta mio conterraneo poeta e scrittore che riferendosi alle peculiarità del popolo siciliano diceva anche: mettetelo in catene, spogliatelo, tappategli la bocca, è ancora libero !
***** IL RICONOSCIMENTO DI UNA AUTONOMIA SPECIALE ALLA REGIONE SICILIANA FU NEL 1946 NON SOLO LA RISPOSTA A UNA STORICA ASPETTATIVA DELLA SICILIA FRUSTRATA ALL’INDOMANI DELL’UNITA’ D’ITALIA (mi domando, dal momento che il risorgimento fu una meraviglia storica perché la Sicilia era frustrata ?) MA L’APERTURA DI UN NUOVO CAPITOLO DI PROMOZIONE IN TUTTO IL PAESE DELLE AUTONOMIE COME PERNO DI UNA REPUBBLICA UNA ED INDIVISIBILLE.
Mi perdoni Sig. Presidente………rispettosamente e mi creda senza alcuna ironia, ma a quale autonomia si riferisce ? Nel 1946 alla Regione Siciliana venne concesso uno Statuto Speciale perché si zittissero i movimenti indipendentisti. Detto Statuto, che come Lei ben sa è di fatto Legge Costituzionale, nel tempo pezzo dopo pezzo, E’ STATO MASSACRATO E RESO IN LARGA PARTE INEFFICACE (anche su importantissime parti, basti pensare alla sparizione dell’Alta Corte) da un cartepillar di nome Corte Costituzionale assolutamente incompetente a pronunciarsi sulla costituzionalità di una Legge Costituzionale……..non è uno scioglilingua Preg.mo Sig.Presidente e semplicemente abominevole !
Un cordiale saluto
Carlo Mangano
Bibliografia sul Rinascimento:
* Fulvio Izzo, “I Lager dei Savoia”
* Di Fiore Gigi, “Controstoria dell’Unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento”,
* Del Boca Lorenzo, “Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento italiano”, * Del Boca Lorenzo, “Maledetti Savoia”,
*Nicola Zitara, L’unità truffaldina,
*Giuseppe Ressa e Alfonso Grasso, Il Sud e l’unità d’Italia,
*Autori Vari, La Storia Proibita – Quando i Piemontesi invasero il Sud – Edizioni
*Carlo Scarfoglio, Il Mezzogiorno e l’unità d’Italia, Parenti Firenze
* Nicola Zitara, L’Unità d’Italia: nascita di una colonia
* Nicola Zitara, Tutta l’ègalitè, estratto dalla rivista Separatismo
* Nicola Zitara, Memorie di quand’ero italiano
*Carlo Capecelatro , Contro la questione meridionale, Savelli, Roma
*M. R. Cutrufelli, L’unità d’Italia: guerra contadina e nascita del sottosviluppo del Sud,
* Antonio Ciano, I Savoia e il massacro del Sud, Grandmelò
* Angela Pellicciari, I panni sporchi dei Mille,
* Antonio Grano, La chiamarono Unità d’Italia…, Napoli, Antonio Grano, 2009
* Pino Aprile, Terroni.Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali,
* Marc Monnier, Il Brigantaggio da Fra’ Diavolo a Crocco, Lecce, Capone
* Pierluigi Moschitti, Briganti e musica popolare dal nord al Sud, Gaeta, Sistema Bibliotecario Sud Pontino
* Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti,
* Massimo Dursi, Stefano Pelloni detto il passatore: cronache popolari,
* Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l’Unità, Giangiacomo
* Aldo De Jaco, Il brigantaggio meridionale: cronaca inedita dell’Unità d’Italia,
* Vincenzo Carella, Il brigantaggio politico nel brindisino dopo l’Unità,
* Gaetano Cingari, Brigantaggio, proprietari e contadini nel Sud (1799-1900),
* Leonida Costa, Il rovescio della medaglia: storia inedita del brigante Stefano Pelloni detto il Passatore,
* Francesco Barra, Cronache del Brigantaggio Meridionale (1806-1815),
* Antonio Lucarelli, Il brigantaggio politico del Mezzogiorno d’Italia (1815-1818),
* Antonio Lucarelli, Il brigantaggio politico delle Puglie dopo il 1860 – Il sergente Romano, .
* Antonio De Leo Antonio, Carmine Crocco Donatelli. Un Brigante guerrigliero, Cosenza, .
* Raffaele Nigro, I fuochi del Basento,
* Giuseppe Bourelly, Il Brigantaggio dal 1860 al 1865,
* Timoteo Galanti, Dagli sciaboloni ai piccioni – Il “brigantaggio” politico nella Marca pontificia ascolana dal 1798 al 1865,
* Carlo Alianello, La conquista del Sud: Il Risorgimento nell’Italia Meridionale,
* Carmine Donatelli Crocco, Mario Proto Come divenni brigante – Autobiografia, Manduria, * Ferdinando Mirizzi, Briganti, arrendetevi!: Ricordi di un antico bersagliere, Venosa, * Francesco Gaudioso, Calabria ribelle. Brigantaggio e sistemi repressivi nel Cosentino (1860-1870),
* Alberico Bojano, Briganti e senatori,
* Aldo De Jaco, Briganti e piemontesi: alle origini della questione meridionale,
* Antonio Boccia, A sud del Risorgimento,
* Denis Mack Smith, Storia d’Italia, Roma-Bari,
* Salvatore Vaiana, Una storia siciliana fra Ottocento e novecento. Lotte politiche e sociali, brigantaggio e mafia, clero e massoneria a Barrafranca e dintorni, Barrafranca, * Giovanni De Matteo, Brigantaggio e Risorgimento – Legittimisti e Briganti tra i Borbone e i Savoia,
* Aldo De Jaco, Dopo Teano: Storie d’amore e di briganti,
* Francesco Gaudioso, Il banditismo nel Mezzogiorno moderno tra punizione e perdono,
* Giovanni Saitto, La Capitanata fra briganti e piemontesi,
* Salvatore Vaiana, La repressione del brigantaggio a Canicattì e dintorni da Francesco Bonanno a Cesare Mori,
* Francesco Gaudioso, Brigantaggio, repressione e pentitismo nel Mezzogiorno preunitario,
* Mario Iaquinta, Mezzogiorno, emigrazione di massa e sottosviluppo,
* Francesco Mario Agnoli, Dossier Brigantaggio. Viaggio tra i ribelli al borghesismo e alla modernità,
* Josè Borjes, Valentino Romano (a cura di) Don Josè Borges, generale catalano e guerrigliero borbonico, Diario di guerra, Bari,
* Josè Borjes, Tommaso Pedio (a cura di) La mia vita tra i Briganti, Manduria, Lacaita,
* Carlo Coppola, Controstoria dell’Unità d’Italia, ribellione popolare e repressione militare 1860-1865,
* Carmine Donatelli Crocco, Valentino Romano La mia vita da brigante, Bari, .
* Carlo Coppola, Il Brigantaggio nel Salento, Matino, Tipografie S
* Josè Borjes, Con Dio e per il Re. Diario di guerra del generale legittimista in missione impossibile per salvare il Regno delle Due Sicilie,
* Luigi Capuana, Carlo Ruta La Sicilia e il brigantaggio,
* Salvatore Scarpino, La guerra cafona: Il brigantaggio meridionale contro la Stato unitario,
* Francesco Gaudioso, Il potere di punire e perdonare. Banditismo e politiche criminali nel Regno di Napoli in età moderna,
* Raffaele Nigro, Giustiziateli sul campo. Letteratura e banditismo da Robin Hood ai giorni nostri,
* Maria Procino, Donne contro: le brigantesse streghe dell’Appennino, in «SLM- Sopra il livello del mare» Rivista dell’Istituto Nazionale della montagna, n. 28, 2006.
* Valentino Romano, Brigantesse. Donne guerrigliere contro la conquista del Sud.
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