Cari dirigenti del mio partito,
anche i recentissimi risultati delle elezioni regionali, di Loiero e De Luca da un lato e di Vendola dall’altro, confermano che è necessario rinnovare il PD. E in primo luogo liberarlo da quei potentati politici assolutamente identici, se non peggiori, dei capicorrente del centro destra. Non possiamo avere un partito di maggiorenti e maneggioni, insensibili alla moralità, indifferenti al tema della lotta alla mafia, adusi a calpestare la legalità.
Il PD è il partito dei valori di Pio La Torre, Enrico Berlinguer, Piersanti Mattarella.
Ben volentieri avrei lasciato il compito di questo manifesto e di queste parole a personalità più strutturate di me, come Rita Borsellino e Beppe Lumia. Non avviene e pertanto, grazie al grande consenso che mi danno gli elettori della mia terra, sono costretto a battere io il pugno sul tavolo e a diradare la montagna di m…iate, bugie
e falsità che coprono le certe responsabilità politiche e morali (per quelle penali occorre riflettere su una Procura di Enna priva di magistrati che indagano) dell’onorevole Crisafulli.
Innanzitutto, la magistratura di Caltanissetta ha sancito testualmente in ordine ai rapporti tra Crisafulli e Bevilacqua: “Crisafulli appare disponibile ad esplorare con il capomafia Bevilacqua … ad addentrarsi nell’area grigia dell’affarismo politico – elettorale … la condotta di Crisafulli può apparire … pericolosamente vicina al sottile confine dell’attività penalmente illecita”. Bastano queste valutazioni per comprendere come Crisafulli andava già buttato fuori dai DS e certamente non andava candidato in Parlamento.
Ma vi è di più. Chiedo a Crisafulli, se vuol essere candidato a sindaco, di spiegare in contraddittorio con me, in un pubblico confronto in piazza ad Enna, quali erano le imprese che, per usare le sue parole, “se vogliono quel lavoro devono battere un colpo, e devono batterlo forte” e a che titolo lui si occupava di affidare i lavori e a che titolo sceglieva il capomafia Bevilacqua come latore di questa richiesta di “battere un colpo”.
Peter Gomez sostiene che la richiesta di “battere un colpo” equivalga alla richiesta di tangenti. E’ una spiegazione assolutamente logica e condivisibile. Non ne comprendiamo altre. Crisafulli vuole spiegare cosa intendeva dire? Ed ancora, a che titolo mercanteggiava con il capomafia in ordine all’appalto di 120 miliardi di lire del campus universitario da realizzarsi a Enna bassa? A che titolo si vantava di aver fatto affidare un altro grande appalto “agli unici che lo possono fare, i fratelli Gulino”. Ed ancora, a che titolo, sempre per usare le parole di Crisafulli, forniva “benedizioni” agli accordi tra imprenditori? A che titolo trattava e mercanteggiava con il capomafia assunzioni di tagliaboschi e incarichi assessoriali a Barrafranca e Piazza Armerina?
Giuseppe Arnone
Consigliere Comunale Agrigento