E’ scaduto il contratto di solidarietà per i dipendenti del Cres (Centro per la ricerca elettronica in Sicilia) di Monreale che da oggi sono senza nessuna forma di retribuzione. Adesso i dipendenti sono in cassa integrazione a zero ore.
Il CRES (Centro per la ricerca elettronica in Sicilia) è un’associazione i cui soci sono l’università degli studi di Palermo, il comune di Monreale, la Regione siciliana, la provincia regionale di Agrigento e quella di Palermo.
Nella sostanza, uno dei tanti carrozzoni nati dalla mente florida dei politici siciliani e che ora, ovviamente, paga lo scotto di un ente che nella sostanza non sarebbe mai dovuto essere costituito.
Il centro vive da qualche tempo a questa parte una profonda crisi le cui ripercussioni coinvolgono sempre di più gli stessi dipendenti lavoratori in forza al centro, e si trova in uno stato di profonda crisi profonda senza alcuna possibilità di uscirne perché come tutte le associazioni tra enti pubblici, non riesce a sopravvivere di risorse proprie derivanti dal proprio lavoro di ricerca.
Crisi progettuale, organizzativa e produttiva sono gli ingredienti dell’ennesimo fallimento della politica siciliana sensibile alla costituzione di carrozzoni istituzionali inutili.
Ora si cerca di mantenere in piedi il carrozzone, ovviamente con soldi pubblici, e per questo la Regione sta valutando di destinare al CRES finanziamenti per superare la crisi.
Il solito brodino per “accummirare”, domani, quando il problema si ripresenterà, si ricomincerà a discutere su altri finanziamenti.
Attualmente 41 persone tra ricercatori, tecnici specializzati e personale amministrativo, nonché 5 collaboratori a progetto tutti laureati, ma sarebbe interessante anche poter sapere come sono stati assunti e come sono stati selezionati i collaboratori a progetto.
2 commenti
Spett. Redazione,
Vi invito ad approfondire la storia e i risultati del CRES prima di esprimere giudizi affrettati.
Il CRES ha dato la possibilità di lavorare nel settore della ricerca a moltissimi giovani siciliani (tesi di laurea, tirocinii post-laurea, contratti di ricerca, etc.).
Moltissimi di noi hanno poi trovato la loro strada altrove nel mondo dell’Università o della Ricerca, ma probabilmente non avrebbero potuto farlo senza un incoraggiamento iniziale e un sostegno economico.
I risultati scientifici del CRES sono pubblici, e possono essere consultati tramite un qualunque database dei risultati della ricerca (ISI, Scopus, Google Scholar etc.).
Gli investimenti che gli enti pubblici azionisti del CRES hanno effettuato dalla sua nascita sono stati moltiplicati per centiaia di volte ma, ovviamente, di tali benefici si sono avvalse le persone che si sono formate e gli enti che le hanno assunte (in Sicilia, Italia, all’estero).
La crisi del CRES nasce dalla crisi del sistema pubblico della ricerca, progressivamente smantellato negli ultimi 15 anni. I ritardi nell’espletamento dei bandi, nell’assegnazione delle risorse, nel rimborso delle spese, hanno messo KO un ente che è collocato in un territorio che si sta ormai velocemente desertificando da ogni realtà avanzata da un punto di vista scientifico-tecnologico. E che quindi non ha valide alternative di finanziamento rispetto al sostegno degli enti pubblici che governano il territorio.
Regione, Provincie, Comuni si sono stancati di sostenere il CRES? Non hanno più sufficienti risorse? Non ci credono più?
Bene.
Ma in che cosa credono?
In cosa intendono investire le tasse che sottraggono ogni mese dalle tasche dei cittadini?
Strade inutili e incompiute? Impianti sportivi fabbricati a metà e lasciati ai vandali? Iniziative industriali improbabili e fallite in partenza, in collaborazione con imprenditori di dubbia provenienza? Auto blu? Missioni e rappresentanze all’estero, anche in paesi improbabili? Apparecchiature mediche da abbandonare imballate nei sotterraneri degli ospedali? Posti di lavoro finti, a tutti i livelli, per continuare a replicare il clientelismo che da 60 anni li tiene incollati al potere? Esportazione di immondizia a caro prezzo?
E’ facile buttar giù mezza paginetta di luoghi comuni e diffonderla via web. Più difficile è possedere la cultura e la visione d’insieme necessarie a svolgere un ruolo sociale indispensabile nelle società civili quale quello del giornalista.
Distinti Saluti,
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Prof. Calogero Pace
Dipartimento di Elettronica, Informatica e Sistemistica, Università della Calabria