La Sicilia immobile mentre il mondo si evolve. Mentre in tutto il mondo alle tragedie segue una ricostruzione, a volte immediata come in Friuli, a volta lenta ma risolutiva, in Sicilia la pochezza della casta politica siciliana riesce a tenere vergognosamente aperte le ferite anche per secoli …
Messina mostra le ferite del devastante terremoto del 1908, la Valle del Belice dove sono state riversate ingenti finanziamenti pubblici e realizzate opere oscene quali la nuova Gibellina, ancora elemosina soldi pubblici per la “ricostruzione”.
Si ha notizia che i sindaci dei comuni di Roccamena, Camporeale, Bisacquino, Campofiorito, Montevago, Menfi, Santa Margherita del Belice, questa mattina hanno incontrato a Montecitorio il presidente della commissione parlamentare lavori pubblici e territorio Angelo Alessandri (Lega Nord), al quale hanno consegnato il disegno di legge per definire la ricostruzione dei comuni della Valle del Belice, che hanno subito danni a seguito del terremoto del 1968.
Secondo il documento consegnato al presidente Alessandri sarebbero necessari 600.000.000,00 di euro per la ricostruzione di unità abitative private e per la realizzazione delle opere pubbliche.
Con i finanziamenti assegnati nei decenni si sarebbero potute ricostruire intere città, ma siamo in Sicilia e tutto si disperde e niente è defintivo.
Le solite vergogne siciliane.
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