Non erano soltanto chiacchiere di quartiere quelle dei brogli a Palermo alle ultime elezioni comunali. Del resto, i tanti video che affollano la rete e che documentano i brogli sono sufficientemente chiari.
Ora, dopo due anni, il sigillo della Magistratura con una sentenza di condanna il Tribunale penale di Palermo che colpisce gli “imbroglioni” scoperti dalla Digos a truccare l’andamento delle elezioni. Insomma, colti con le mani … pasta!
Il giudice per l’udienza preliminare Ettorina Contino, ha condannato quattro dei sei imputati che hanno falsificato le preferenze su alcune schede elettorali.
Le condanne richieste dal PM Maria Forti sono state interamente accolte e il GUOP ha condannato a 4 anni e sei mesi Gaspare Corso, candidato al Consiglio comunale con la lista di centrodestra “Azzurri per Palermo” e 4 anni e 20 giorni Vito Potenziano, candidato al Consiglio circoscrizionale. Ai due presidenti di seggio, Giovanni Maria Profeta e Gaetano Giorgianni, sono stati inflitti rispettivamente tre anni e 2 mesi e 3 anni e 20 giorni di reclusione.
Lla cognata di Gaspare Corso, Silvana Lo Franco e Francesco Paolo Teresi, anche lui candidato nella lista “azzurri per Palermo, sono stati assolti.
Alle parti civili è stata assegnata un provvisionale immediatamente esecutiva di 1000 euro rappresentati dall’avvocato Maurizio Cicero. Per la liquidazione del danno il GUP ha rinviato al giudice civile.
Una triste storia di meschinità e di truffe. Quando non basta il chilo di pane, il buono della benzina o l’aiutino per un posto di lavoro precario, ci si sporca le mani direttamente … sperando di non essere scoperti.
E adesso? Nella bailamme politica si inserisce questo nuovo sconcertante, ma non nuovo, episodio e ciò non fa che aumentare il caos in città.
Non è escluso che alla luce di questa sentenza, non si arrivi all’annullamento delle elezioni …
Insomma, la barca di Cammarata imbarca acqua a tutto andare.
“Per rispetto della libertà e volontà degli elettori continueremo – dichiara l’ex sindaco Orlando, anche lui ricorrente – a coltivare tutte le azioni penali già intraprese e pendenti, ricordando che siamo in attesa della sentenza del Tar che, dopo aver riscontrato documentalmente fondate le denunce di illegittimità sostanziale dell’intera procedura, annulli l’elezione di un sindaco tanto dannoso per la città quanto abusivo”.
Palermo come Kabul. Solo che in Afghanistan ci hanno impiegato pochi giorni ad affermare i brogli (era facile), a Palermo due anni. Ma alla fine imbroglione Karzai e imbroglioni taluni a Palermo.
Alla prossima puntata…
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